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04.11.2025
Consiglio europeo per la sicurezza ETSC lancia un allarme

Troppi morti sulle strade svizzere

Negli ultimi cinque anni, il numero di morti sulle strade svizzere è aumentato del 34%. Nessun altro Paese europeo ha registrato un andamento talmente negativo nello stesso periodo.

Mentre nella maggior parte dei Paesi europei il numero di vittime della strada è in calo, in Svizzera la situazione è opposta: secondo il rapporto «Ranking EU Progress on Road Safety» del Consiglio europeo per la sicurezza dei trasporti (ETSC), il numero di morti sulle strade svizzere è aumentato del 34% nell’arco di cinque anni. Si tratta del peggior dato a livello europeo. La media europea, invece, è scesa del 12%. Anche su un arco di dieci anni, la tendenza resta deludente: più 2,9% in Svizzera contro un meno 17% nella media europea. Nonostante questo sviluppo negativo degli ultimi anni, le strade svizzere restano tra le più sicure. La Svizzera, che fino a pochi anni fa veniva lodato per i suoi progressi in materia di sicurezza stradale, oggi scivola nettamente nelle classifiche internazionali.

«La sicurezza stradale non va data per scontata. Per affrontare le sfide attuali e future servono misure decise», afferma Mario Cavegn, capo del dipartimento Circolazione stradale dell’UPI. Per ridurre nuovamente il numero degli incidenti mortali, è indispensabile una volontà politica chiara e determinata.

Impegno politico insufficiente

Per Cavegn il punto è chiaro: «Esistono misure efficaci, ma possono essere attuate solo se c’è la volontà politica.» Senza il sostegno politico concreto, l’obiettivo fissato dall’Ufficio federale delle strade USTRA di ridurre a 100 il numero di morti sulle strade entro il 2030 sarà difficilmente raggiungibile. Nel 2024, sulle strade svizzere hanno perso la vita 250 persone. La sicurezza stradale è influenzata direttamente dalle decisioni del Parlamento. Ad esempio, l’abbassamento dell’età minima per guidare una moto ha più che raddoppiato il numero di incidenti gravi delle persone sotto ai 18 anni. Inoltre, mentre altri Paesi promuovono il limite di 30 km/h, in Svizzera vengono introdotti requisiti più elevati. Un altro esempio è la decisione di non rendere obbligatorio il casco bici per i bambini.

Serve un obiettivo politico per la sicurezza stradale

Secondo l’ETSC, un obiettivo politico forte e condiviso è essenziale per promuovere la sicurezza stradale in un Paese. Un piano d’azione nazionale dovrebbe indicare come la Svizzera può ridurre in modo duraturo il numero di incidenti stradali gravi, ispirandosi alle migliori pratiche internazionali e concentrandosi sui seguenti aspetti principali:

  • Adottare l’approccio «Safe System»: infrastrutture sicure, veicoli sicuri, velocità sicura e comportamenti sicuri da parte delle e degli utenti della strada. Questo approccio si basa sul principio della responsabilità condivisa e pone l’accento su una gestione globale del rischio.
  • Rafforzare efficacemente le strategie di controllo e di sanzione, in particolare nei settori della velocità, dell’alcool e degli stupefacenti.
  • Coordinare efficacemente la prevenzione, affinché tutti gli attori agiscano in sinergia, colmino le lacune ed evitino le sovrapposizioni. Solo in questo modo si possono creare standard di sicurezza uniformi e una comprensione condivisa delle misure efficaci.
  • Monitorare e sviluppare costantemente la politica di sicurezza stradale, basandosi su indicatori chiari e obiettivi misurabili.

In qualità di centro nazionale di competenza per la prevenzione degli infortuni, l’UPI può offrire un contributo decisivo fornendo dati fondati e sviluppando misure concrete e promettenti.

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